La coltura del castagno
Informazioni
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Datazione
A partire dal Medioevo
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In breve
La coltura del castagno ha caratterizzato alcune aree geografiche della Bergamasca, in particolare quelle della fascia ai piedi della colline, nelle basse valli, compresa la ValSeriana, nello specifico il territorio di Pradalunga, Monte Misma, e della Valle del Lujo, che hanno quindi sviluppato la cultura della coltivazione del castagno.
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Storia e descrizione
Si calcola che in tutta la provincia di Bergamo il castagno occupi in totale 9.135 ettari; in ValSeriana la pianta cresce per la grande parte (il novantatré per cento) su substrati carbonatici, cioè strati che stanno sotto il suolo e che hanno un’origine biologica da ricondurre a organismi viventi, accumuli che si sono depositati lungo la costa di mari antichi di milioni di anni. Accumuli delle conchiglie di questi organismi.
Il castagno ha in genere lunga vita. Può raggiungere un’età di secoli e dimensioni maestose.
Gli esperti parlano di “selve castanili” cioè di frutteti di castagni presenti talvolta da secoli come, per esempio, alla Pratolina del Monte Misma e nella Valle del Lujo.
Si tratta di un frutteto a maglie larghe, quindi le piante sono state scelte, innestate con varietà che durante i secoli si sono evidenziate per la capacità di adattamento all’ambiente specifico.
L’obiettivo è spesso quello di inserire in una “selva”, ma anche in un piccolo castagneto familiare, delle varietà che maturino in tempi diversi, “maturazioni scalari”, in modo da avere a disposizione il frutto fresco su più mesi. La cultura (e coltura) del castagno impongono alberi posti a distanze significative l’uno dall’altro, dai dieci ai venti metri; tra un albero e l’albero i coltivatori devono evitare che crescano specie invadenti, bisogna tenere a bada la boscaglia, sempre in agguato; l’erba deve risultare sempre ben tagliata, gli alberi potati e concimati. Si ottengono così dalla selva, grande o piccola che sia, foraggi (sfalcio estivo) oppure anche del buon pascolo autunnale; si ricavano anche foglie per la lettiera delle vacche, legna per il fuoco, ma anche è possibile allevare le api che producono uno tra i mieli migliori: quello di castagno, appunto.
Ma, soprattutto, si ottengono ottime castagne.
In ValSeriana è in corso da qualche decennio un ritorno al riconoscimento dell’importanza del castagneto, grazie all'azione di alcune associazioni impegnate sia nella salvaguardia di questa coltura secolare, sia nella diffusione e nella trasmissione di conoscenze e competenze alle nuove generazioni e alla comunità in senso più ampio. Questo avviene soprattutto in occasione di importanti manifestazioni, in particolare si ricorda Castanea, organizzata dai Castanicoltori del Misma ogni anno nel mese di ottobre e la Sagra di Biligöc a Casale di Albino nel mese di febbraio.
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Enti e associazioni impegnate nella tutela e valorizzazione
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Bibliografia
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- Boriani M., D’Adda S., Molinari M., 2013 - Il Castagno da frutto nella Bergamasca - Amministrazione Provinciale di Bergamo, 96 pp.
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